Le patologie respiratorie, asma e pneumopatie, hanno un alto impatto epidemiologico e costituiscono una delle maggiori cause di invalidità, con una incidenza che, negli ultimi venti anni, ha avuto una crescita esponenziale a causa di vari fattori, quali la maggior prevalenza di abitudine al fumo, soprattutto tra le donne, una maggior esposizione all’inquinamento industriale e metropolitano, l’aumento della vita media.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita, in tutto il mondo ci sono tra i 100 e i 150 milioni di persone che soffrono di asma e le morti associate a questa patologia sono circa 180mila ogni anno. Contestualmente nel 2000 circa 2,74 milioni di persone sono morte di pneumopatie nel mondo e uno studio americano ha calcolato che, in base ai risultati spirometrici, 24 milioni di adulti soffrono di un danno polmonare.
Questa preoccupante incidenza si traduce, dal punto di vista socio-economico, in un’elevata spesa sanitaria dovuta soprattutto all’aumento dei ricoveri ospedalieri, in particolare nei pazienti con comorbilità, oltre che in una preoccupante riduzione della qualità di vita degli individui che ne soffrono.